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Alosi – 1985

*Questo articolo è stato pubblicato originariamente il 22.04.2019 da me, qui. Prima che nascesse SpinnIt.

Due parole sull’album di Alosi

Sono un fan del Pan del Diavolo: sono affezionato alle loro canzoni e alla voce di Alosi. In un certo senso, sapevo già che il suo album da solista mi sarebbe piaciuto. Allo stesso tempo, però, mi aspettavo qualcosa di diverso. E 1985 non ha tradito le mie attese.

Se prima elettrica era la spinta, adesso elettriche sono le chitarre.

1985 è un disco forte, rumoroso, ma non per questo banale o scontato. È un album diverso da quelli cui siamo abituati in questo periodo. Scordatevi i suoni campionati con Pro Tools e i testi fintamente significativi. Qui è tutto vero e diretto.

La quasi totalità dell’album è stata registrata in presa diretta, una scelta coraggiosa per certi versi, ma che porta con sé una forte carica emotiva.

Carica che viene ripresa dai testi e dalle tematiche di un disco che rappresenta un portale dimensionale attraverso quello che siamo, quello che saremmo potuti essere e quello che saremo, per citare lo stesso Alosi.

10 brani per raccontare un viaggio, fra rock, new wave e grunge. Una storia fatta di tenacia e fragilità il cui finale deve ancora essere scritto.

1985 è un disco bello da ascoltare. Ma soprattutto, è un disco fatto da un artista che non scende a compromessi e fa ciò che vuole. Anche uscendo dalla linea tracciata dalle regole del mercato discografico. Soprattutto quello indie, che di indipendente ha ormai poco.

Fatevi un favore e ascoltatelo. Lo trovate qui. Dopo di che: compratelo. È su Amazon.

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