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La teoria dei Doppelgänger secondo M¥SS KETA- Il Cielo (infondo) non è un limite.

Lo scorso 10 Novembre, abbiamo avuto l’onore di partecipare alle press per il nuovo Ep di Miss Keta.

Uscito il 13 Novembre scorso per Island-Universal, a circa un anno dall’uscita dell’ultimo disco Paprika e a tre anni di distanza dall’ultimo Ep Carpaccio Ghiacciato.

Il Cielo non è un limite è un progetto estremamente peculiare che mostra una Miss Keta per certi versi inedita.

Mi sono preso un po’ di tempo per riflettere su questo prodotto, riascoltarlo varie volte e rileggere le molte pagine di appunti che ho preso durante il racconto di questa artista.

Partecipare a questa press, avere la possibilità di ascoltare la storia di fondo di questo lavoro mi ha dato essenzialmente la possibilità di andare più in profondità rispetto a certe tematiche che facevano parte dell’universo “miss-ketiano”.

Tematiche che, se la si ascolta con troppa superficialità, prendendola di fatto troppo alla leggera, rischiamo di non cogliere a pieno.

La Miss, si presenta elegantissima, con un look che assolutamente strizza l’occhio alla prima Madonna. In collegamento dalla Torre Galfa di Milano, ci spiega che la scelta di questo luogo per la presentazione dell’ep (e il successivo live) sono dovute al fatto che vetro e acciaio, materiali di cui è composto l’edificio, sono elementi che tornano spesso all’interno del disco.

Conseguentemente a ciò la Torre si è rivelata il luogo perfetto per la press.

Iniziamo ora però ad analizzare il disco:

Sette tracce in cui si racconta si racconta molto della natura, dell’aria del cielo.

Di una ricerca sfrenata di una qualche sorta di senso di libertà in un momento, quella del primo lockdown del marzo scorso, in cui non ne avevamo.

Un racconto il suo, fatto di vari elementi che si intreccia, reale ed irreale che comunicano.

Una filosofia di fondo unica, forse oserei dire inaspettata.

Lei una performer che cura ogni aspetto nel dettaglio dal look, passando per la danza (vediamo il video e la performance live di Giovanna Hardcore) fino ad arrivare alla vocalità.

Devo ammettere che le varie sfumature vocali, e le varie tinte timbriche che la sua voce assume mi hanno stupito, così come la ottima resa “live” che la Miss ha.

In un mondo dove l’autotune fa da padrone e liriche sbiascicate sono all’ordine del giorno mi fa sempre piacere trovare un’artista che nel suo modo personale ed unico comunica di sé.

Il suo è un recitar-cantando (non me ne vogliano gli amanti dell’opera se utilizzo impropriamente questo termine) dona ad ogni personaggio un carattere ed un timbro diverso.

Lei stessa ammette di puntare molto su questo aspetto e ci confessa che in ogni traccia ha cercato di creare una sorta di Doppelgänger sé stessa e che la ricerca vocale è stata volta a trovare la giusta timbrica per quel personaggio.

C’è anche un marcato utilizzo di frasi in altre lingue, dall’inglese, al tedesco fino al greco antico.

Questo ci fa capire come volesse creare dei personaggi estremamente diversi l’uno dall’altro, forse anche lontani fra loro a livello di tempo e spazio. E inoltre anche il fatto che la Miss dopo essersi presa Milano e l’italia adesso sia diventata un personaggio di rilievo internazionale, visto e considerato anche che il recente interesse nei suoi contronti da parte del New York times.

Riva, produttore e figura chiave del progetto Miss keta assieme al graphic designer Dario Pigato e il regista Simone Rovellini, ci regala un suono che a detta della nostra artista richiama da una parte l’elemento naturale e dall’altra suoni un po’ clubbing. Il tutto si miscela perfettamente a suoni futuristici che sembrano strizzare l’occhio un po’ ai videogiochi anni Novanta.

Suoni che ricordano molto “aerei che passano nel cielo da un palazzo di vetro e acciaio come la torre guelfa” tanto per citare direttamente la Miss.

Pezzo di notevole intensità dove abbiamo una sonorità un po’ più estrema è Rider Bitch: in questo brano, il Doppelgänger della Miss racconta come è essere una rider che consegna ordini in giro per la città e quali siano le problematiche che questa categoria incontra, soprattutto in un periodo storico-sociale come questo. È un pezzo di protesta, un pezzo che blenda elettroclash e fidget ma che comunque è sempre al cento per cento miss keta. Per questa traccia Riva collabora con Unsual Magic dipingendo una bellissima tavolozza di colori e sfumature di suoni che arrivano da mondi lontani che risultano un contorno perfetto per la vocalità della nostra artista.

Altri temi importanti vengono affrontati in questo ep, si parla di questo medioevo digitale in cui ci troviamo di questo nostro contemporaneo saturo.

Nella track list abbiamo anche una perfetta canzone di intro- Il cielo non è un limite

“Piccola poesia per tutti i piloti all’ascolto” dice lei ridendo durante la press.

Dopo di che abbiamo Giovanna Hardcore, una traccia estremamente evocativa, dove suoni che strizzano l’occhio alla jungle si fondo con la deep house. Qui abbiamo una miss keta che arriva dal primo medioevo in questo secondo medievo.

“Da i  roghi si passa ai fuochi che si accendono durante i rave per tenersi caldo” ci racconta lei.

Estremamente evocativo e curato anche il videoclip.

Il brano risulta essere un Mantra che si ripete una danza liberatoria.

Estasi e liberazione in questo brano.

GMBH– invece vede una Miss nelle vesti di misstress felina, affilata tagliente da un palazzo vetro acciaio dove c’è una situazione clubbing poco chiara, la protagonista ci propone le sue riflessioni e gioca con l’ascoltatore, utilizzando anche la lingua Tedesca.

Procedendo abbiamo Fotoschock in cui miss diventa una modella anni 90 che si rapporta con l’occhio della telecamera ed i fotografi. Parte dall’ovvio rapporto tra fotografo e modella ma in realtà parla tanto dei social. Questa traccia è una fortissima critica al mondo dei social.

Vi sono qui molti suggerimenti per far riflettere l’ascoltatore.

Si analizza infondo tutti i tipi di rapporto tra osservatore e osservato- chi ha il potere? Quanto è disposto l’osservato a cambiare per accontentare l’osservatore? Ma soprattutto quanto è giusto che ciò accada? Queste sono le domande che si trovano dietro questo brano.

In Diana, brano che vede la collaborazione di Populus abbiamo uno scenario tratto da una Magna grecia futurista. Miss keta canta qui in greco antico. Anche il sound si ispira molto a questa mondo greco-futuristico immaginario.

Un mondo tratto da un sogno.

Conclude l’ep Due. Una canzone assurda, matta, satura, iper carica, raddoppiata e potenziata

Troviamo qui una Miss sguaiata che non si tiene assolutamente su un beat, “accelerazionista” che termina con una parte jungle rave e che riassume il loro pensiero su un mondo contemporaneo, un mondo che ci porta ad essere pieni di stimoli.

Questo è il nuovo lavoro di Miss Keta-Il Cielo non è un limite– un disco istintivo, ma ben curato. Un disco dove riscontriamo una coerenza tra quello che è stata e ciò che vuole essere. Dove il fare musica, il fare arte viene estremizzato e portato al limite. Il tutto volto a criticare la società, far riflettere l’ascoltatore ma soprattutto portarlo ad una liberazione totale.

Buon ascolto.

-F.L.

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