Carezze fotografiche – Intervista con Andrew Catlin
Andrew Catlin è un fotografo, regista e film maker Inglese.
Dal punto di vista fotografico si occupa maggiormente di musica e, come i più grandi fotografi di questo settore, ha catturato un periodo in cui le scene musicali più importanti stavano nascendo o continuando il loro sviluppo.
È stato capace di fermare un’emozione, uno stato d’animo e renderlo eterno e memorabile. Un po’ come sa fare la musica.
In mezzo ai trend che si creavano e nuove forme di appartenenza è riuscito a distinguersi con un punto di vista riservato ma molto introspettivo.
La sua particolarità risiede in questo bianco e nero delicato, che accarezza e avvolge di dolcezza i volti che rappresenta.
C’è una sensibilità e un’emotività di fondo che non si può spiegare con troppe parole, ma si può sicuramente percepire alla visione dei suoi scatti.
È un’esperienza visiva e sensoriale stare a contatto con le sue fotografie perché è tutto legato ad un suono, ad un sapore o un’atmosfera che risiede nell’aria.



I segni del tempo, le emozioni provocate da un live e la spontaneità dell’artista dietro le quinte sono alcuni dei suoi soggetti prediletti, mostrando l’artista nel suo lato più umano. Prevalgono la soggettività e il carattere. Quelle parti che escono solo dietro le quinte: le più istintive.

Anche la realtà dei live catturata con altrettanta sensibilità ha sempre quella speciale intimità.
È come se racchiudesse un rapporto unico tra chi è spettatore e chi suona: si crea uno spazio dove l’intesa si crea con uno sguardo, una smorfia o un sorriso.


Sicuramente non prevalgono la posa o un contesto troppo strutturato e artificiale.
In ogni suo lavoro s’intravede la ricerca di frammenti di spontaneità: la liberazione del “personaggio” che può diventare un artista famoso.

Abbiamo avuto l’onore di potergli fare una breve ma intensa intervista, parlando di ispirazione, nostalgia dei live e nuove forme di intimità
Ciao Andrew! prima di tutto, come stai?
“Mi sento vivo, tra intervalli di vento. Mi sto godendo la giornata.“
Come è cominciata la tua passione per la fotografia?
“È iniziata quando ero un bambino. Ho ricevuto la mia prima fotocamera da mio padre. Aveva una bellissima Leica antica che suo fratello aveva avuto da un prigioniero di guerra in Francia. A un certo punto ha deciso di vendere quella Leica per potersene permettere due, una per me e una per lui. Più avanti con l’ingranditore di un mio amico ho stampato la mia prima fotografia da un negativo in bianco e nero. È stato così emozionante vederla sfumare nel processo di sviluppo.“
“Da quel momento in poi ho continuato a scattare foto e gradualmente ho imparato come calibrare luci e colori. La prima vera macchina che ho avuto era completamente manuale, quindi è stato un continuo imparare dai miei errori ma mi ha fatto davvero capire come funziona veramente la luce e la fotografia su pellicola.“
Con il Lockdown abbiamo visto il mondo fermarsi da tutti i fronti. Al livello creativo (e di conseguenza personale) come hai passato quel periodo? È stato un blocco o un via libera per altre idee e attività?
“Non mi annoio mai, quindi non l’ho trovato affatto limitante. Però al contempo ha bloccato alcune esposizioni che avevo in programma, ma ho sempre molto su cui lavorare. Ho fatto un sacco di foto a scopo naturalistico tipo quelle del mare che ogni tanto pubblico e in più sto progettando un nuovo libro di scatti. Anche il mio archivio personale mi da’ spesso molto da fare. Ma in generale posso dire che nonostante tutto è un periodo molto produttivo, sto imparando cose nuove. Sto trovando molto tempo per fare cose che senza questa situazione non sarei mai arrivato a fare.“
Come descriveresti il tuo rapporto con la musica? In cosa si lega con la fotografia?
“La musica è un qualcosa che trovo affascinante come argomento. È invisibile ovvio, ma è anche un qualcosa che viene fuori dalle persone che la fanno e ne sono parte. Mi piace la maggior parte della musica che c’è e in un certo senso mi sentirei di parlare del legame che ho con la musica, attraverso quello che ho con il cibo. Sono simili in così tanti modi. Entrambi sono parte integrante del loro luogo di provenienza. Non è mai la stessa cosa ripetuta perché un sapore come un suono può essere sempre diverso a seconda dell’umore o dell’atmosfera circostante. Cambia a seconda della compagnia, di quanto sei affamato. Tutto può cambiare forma.“
“Quando si tratta di fotografia invece, ciò che è più interessante sono le persone che la fanno. Che sia nell’espressione del viso o nell’energia che si esprime suonando. Un concerto live di un gruppo che ancora scoprendo la sua alchimia e interazione con il pubblico è il momento in cui la musica è molto più intensa. Visivamente lo trovo estremamente forte, evocativo da catturare.“
“Generalmente i ritratti, diventando più interessante con l’avanzare dell’età. In quel momento della vita di un musicista l’espressione e l’energia che esprime è sempre molto importante da catturare e custodire.“
Osservando i tuoi scatti, emerge una forte componente interiore per ogni soggetto, quasi la ricerca di un qualcosa che può risiedere solo all’interno della nostra anima. Sei d’accordo con questa visione?
“Sì, assolutamente. Questo è ciò che m’interessa di più delle persone. Cosa esce dalla loro persona, non ciò che loro eseguono ciò che gli dico di fare. Voglio vedere qualcosa che è lì in quel momento, vivendolo. Non fare qualcosa che ho già pensato in una fotografia. Non c’è niente di premeditato.”
Che cosa suscita in te, fotografare un soggetto o qualsiasi altra cosa che ti colpisca?
“Significa vedere e registrare qualcosa che poi voglio mostrare ad altre persone, essere capace di condividere una pura visione di qualsiasi cosa.“
“Significa anche trovare un punto di contatto e di connessione con la persona che sto fotografando, così che si possano sentire loro stessi senza cercare di controllare le loro emozioni o quello che accade attorno a loro. In questo modo puoi avere una foto che è intima e onesta e che rivela un lato della persona e del momento vissuto. Può allo stesso tempo raccontare una storia del momento come un qualcosa che è vissuto nel passato o che deve ancora accadere. Lo trovo infinitamente d’ispirazione.“
“Scattare una fotografia è pura gioia.“
In musica come in fotografia, l’ispirazione può arrivare da un momento all’altro. Come descriveresti questo processo : ispirazione / idea / realizzazione?
“Non comincio con l’ispirazione. Parte tutto dall’osservazione. Cerco qualcosa. Quando la vedo è la scoperta di una porta che si apre. Dopodichè lavoro con quello che ho per un momento o in momenti più lunghi.“
“Se c’è un ispirazione forse la trovo di più nel processo di sviluppo, dove posso decidere di aspettare, muovermi o cambiare. A volte premo l’otturatore quando non c’è niente da scattare, ma semplicemente perché muove tutto verso un nuovo step. È realizzazione, punteggiatura.“
“Tutto è in continuo cambiamento finché non trovi un posto o un dettaglio che attira la tua attenzione.“
“Ci sono delle considerazioni di Nick Cave sulla scrittura delle sue canzoni che mi fa pensare a quanto detto fino ad ora:
”Counterpoint is the key. Putting two disparate images beside each other and seeing which way the sparks fly. Like letting a small child in the same room as… I don’t know… A Mongolian psychopath or something. And just sitting back and seeing what happens. Then you send in a clown, say on a tricycle. And again you wait, and you watch. And if that doesn’t do it… You shoot the clown.”
Nick Cave
“Mi ci ritrovo molto anche se sicuramente parlando in termini fotografici è tutto molto più delicato. Normalmente, non farei la foto al clown, ma lavoro con persone reali che possono scegliere chi essere nella loro storia.“
Ogni fotografia è un pezzo di noi, ma anche un frammento di attimi. C’è una storia legata a gli artisti che hai fotografato, che ti piacerebbe raccontare?
“Non una in particolare, perchè c’è sempre una storia. Alcune volte lo capisci subito dopo, mentre altre volte te ne accorgi più avanti. I segni del tempo o di una storia si leggono sui volti di una persona e nel suo linguaggio del corpo. Può succedere che ti venga raccontata direttamente dal soggetto, mentre altre volte non sai bene cosa è nel concreto ma riesci a sentirlo emotivamente. Rivedendo una foto dopo tanto tempo ciò che può raccontare molto sono gli occhi, lì diventa tutto molto più chiaro.“
Ogni ambiente regala un’emozione diversa. Nel caso della musica ci sono i live, incontri, o occasioni off – stage. Qual è la dimensione in cui ti senti più libero di esprimerti?
“Mi è sempre piaciuto molto fotografare la situazione che si crea nei live. Ci sono alcuni punti dove si raggiunge un’altissima intensità come nella fotografia di sport o reportage di guerra. Ciò che catturi sono persone consumate da ciò che stanno facendo, prendendo tutta quella sfera di azioni che si compiono con meno coscienza. Trovo molto interessante anche quando ho la possibilità di viaggiare con qualcuno per un po’, dove l’esplorazione e il cambiamento possono offrire molte possibilità. Riesco a trovare la mia libertà anche in uno studio con una grande finestra e una buona luce. È un esperienza diversa ma offre comunque una speciale intimità e nuovi modi di concepire l’esplorazione.“
Ora che i concerti live non sono ancora stati ripresi, ce n’è uno in particolare che vorresti rivivere?
“Amo la musica live quando il gruppo suona anziché eseguire una performance.“
“Parlare in questi termini significa concepire la musica live suonata in piccoli e affollati club in un periodo in cui il gruppo non ha ancora raggiunto la massima popolarità, ed è tutto meno preparato e più imprevedibile. Quindi vorrei tanto vivere un concerto di un gruppo che non ho mai sentito.“
“Non potrei dire di volerne rivivere uno soltanto, ma ne vengono alcuni in mente:
The Birthday Party, The Pogues, The Comet is Coming, The Jesus and Mary Chain, The Smiths, Einsturzende Neubaten, Wilko Johnson, Test Department, The Beastie Boys, 23 Skidoo, Laibach, Rory Gallagher, Sinéad O’Connor, Cabaret Voltaire, Yello, Green on Red, Echo & the Bunnymen, Siouxsie & the Banshees, The Clash, The Triffids, Public Enemy, Primal Scream, Sugarcubes, Björk, Nirvana, Sonic Youth, Iggy Pop, REM, The Pixies, Dire Straits, U2, The Fall, The Last Poets, New Order, Massive Attack, Gun Club, Depeche Mode, Gang of Four, Sonic Youth, That Petrol Emotion, Marc Almond, INXS, The Cure, The Cramps, Last Few Days.“
Che progetti hai per il futuro?
“Di continuare ad esplorare. Fare più libri e film. Vendere più fotografie.“
“Cucinare ricche cene con gli amici appena il lockdown sarà finito.“
“Viaggiare in posti in cui non sono mai stato.“
Ringraziamo infinitamente Andrew per la sua disponibilità e per averci regalato la sua preziosa visione e esperienza.
Se volete saperne di più potete consultare il sito web di Andrew o seguire la sua pagina Instagram.
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