PLTS – Lonely Leaves

L’estate è già finita da un pezzo (lo so, è doloroso anche solo ricordarlo).
In questo periodo che oscilla tra l’autunno e l’inverno, ho notato che mi ritrovo puntualmente a sentire determinati artisti. Trovo fantastico il fatto che la musica possa corrispondere non solo al tuo stato d’animo ma anche al momento di vita che stai passando, rendendo il tutto leggermente più semplice.
Oggi vi parlo dei PLTS, un gruppo australiano molto particolare di cui purtroppo non abbiamo più notizie sulle loro nuove uscite o se siano ancora effettivamente attivi sulla scena musicale.
Ma ai fini dell’ascolto questo passa sicuramente in secondo piano.
Hanno fatto un uscire nel 2019 il loro primo e unico album, con dei pezzi spettacolari, perfetti dall’inizio alla fine. Nel mio gergo perfetti significa che non riesci a smettere di sentirli, e che sono composti in maniera così armonica che è molto difficile “skippare” velocemente alla prossima traccia. È molto semplice invece, lasciarsi trasportare.
In realtà tutto ciò che ho colto nella loro musica è più rivolto a un periodo pienamente estivo. Essendo molto nostalgica di mio,(nella vita in generale) ho deciso di tirarli fuori proprio per la mancanza prematura che provo.
Il brano d’apertura Without You apre le porte per un viaggio emotivo difficile da non percepire. Già con l’uscita del loro singolo Maelstorm si erano già fatti conoscere per la loro sensibilità e voglia di mettere in musica quel mix di nostalgia e ricordi.
Si sente la mancanza dei tempi già passati, delle serate a far tardi e quei momenti che molto probabilmente non torneranno più. È stata una loro personale intenzione quella di riferirsi anche nella copertina all’amore per il loro luogo d’origine, dove è nato tutto. Un luogo che sembrano non aver mai abbandonato, una dimensione costante che tengono dentro e consultano come un amuleto. La casa in copertina è stato il loro percorso e sarà la loro guida.
Dal secondo brano fino all’ultimo, sembra svilupparsi una storia unica, mentre l’Intro fa intuire a un qualcosa che è finito da troppo tempo e che viene ricordato, o forse rimpianto.
Young Ones è un inno alla gioventù, alle cotte estive , adolescenziali.
Ciò non rende il loro sound di meno valore, anzi li rende riconoscibili e collocabili alle parti più interne dei nostri ricordi. Nonostante il loro profilo siano tappezzato di immagini in bianco e nero, con le loro proposte musicali offrono mille colori e sfumature da cui poter scegliere se provare gioia per i momenti vissuti o se rivolerli indietro senza contare del presente.
A Play About The Oceanè una corsa contro il tempo, sembra tutto scadere, attimi che fuggono. Il momento è passato ed è già troppo tardi, anche se non sembra.
In August c’è il ritratto di una situazione che a tutti noi, almeno una nella vita sarà capitata : innamorarci d’estate. Il calore del sole sulla pelle, i capelli che sanno di sale, l’amore ha un sapore diverso d’estate.
Fa pensare a un amore da lontano forse platonico, un contatto visivo vissuto singolarmente per poi sbocciare nella verità di quell’amore che forse era meglio se rimaneva un segreto.
Nel penultimo brano, la realizzazione di quello che rimane di quei momenti. Il suono sembra indugiare a una partenza, una presa di posizione riguardo a questo sentimento. Un ritmo continuo e assillante che ti costringe a vedere la verità, quella vera e non idealizzata.
We’re just silhouettes siamo solo sagome, che cosa rimane di tutto quello che è stato? Domanda a cui è impossibile rispondere, l’ultimo brano suggerisce un sentimento di resa. Sentimento d’abbandono , ma anche una sicurezza nel provarlo come se fosse previsto.
Con un ritmo più lento ma comunque assillante e la voce spezzata che pronuncia un abbandono decisamente poco inaspettato, il viaggio emotivo finisce con una serie di verità mai dette e domande che non avranno mai risposta.
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